Il colloquio di lavoro è la fase centrale e determinante della selezione del personale in cui hai l’opportunità di illustrare e valorizzare le tue competenze per far capire di essere un buon candidato (e magari il migliore) per ricoprire il profilo per cui ti candidi.
Il colloquio è un momento carico di tensione anche per il selezionatore.
Chi ti sta di fronte ha il compito di raccogliere una serie di informazioni che gli permettano di formulare un giudizio preciso su di te, e stabilire se sei il candidato “giusto” per quel lavoro.
Sbagliare significa assumere la persona sbagliata
La sua mente quindi è assillata da una serie di domande che necessitano di risposte precise ed esaurienti:
- Come si inserisce questo candidato nell’azienda e nel suo gruppo di lavoro?
- Legherà con i suoi colleghi e i suoi superiori?
- È motivato per questo lavoro?
- Potrà portare nuovi stimoli, positività, dinamismo, intelligenza ed energia nell’ufficio (reparto, gruppo, settore) al quale verrebbe destinato?
- Manifesta un sincero interesse per l’azienda?
- Possiede le competenze necessarie per svolgere al meglio i compiti assegnati?
- È probabile che resti a lavorare per l’azienda o se ne andrà alla prima occasione?
- Ha un aspetto gradevole?
- Possiamo permetterci di assumerlo?
Per trovare risposta a questi dubbi, il selezionatore ti formulerà una serie più o meno ampia di domande a cui dovrai rispondere in modo chiaro, esauriente e preciso.
obiettivi del colloquio:
- mostrare una motivazione genuina alla posizione offerta.
- presentare la tua persona e la tua professionalità.
- mettere in risalto i tuoi punti di forza che ti rendono adatto alla posizione.
- suscitare l’interesse del selezionatone affinché prenda in seria considerazione la tua candidatura.
La preparazione:
- raccolta di quante più informazioni possibili sulla società e sulla mansione.
- la preparazione alle domande del selezionatore.
- la definizione di una lista di domande che desideri porre al selezionatore. Anche il candidato ha il diritto di porre domande sull’azienda, sul mercato e sulle caratteristiche del profilo da ricoprire.
- la preparazione del materiale da portare al colloquio.
- l’identificazione della sede del colloquio. Arriva puntuale!
- decidere cosa indossare: non ci sono regole generali se non quello di indossare abiti sobri e adatti alla società e al ruolo che vuoi ricoprire.
L’atteggiamento generale:
- ricordati che sei lì per offrire qualcosa (in cambio dello stipendio), e non per elemosinare il lavoro che ti possono offrire. Tieni un atteggiamento propositivo rispetto ad un atteggiamento del tipo “qualsiasi cosa mi chiediate purché mi facciate lavorare”.
- attenzione ai primi momenti dei colloquio. Questi danno il tono, di tutto il colloquio successivo.
- non lasciare mai cadere il silenzio: rivolgiti, gentilmente ma senza timore, al tuo interlocutore. Serve per allentare la tensione, per mostrare un atteggiamento aperto e dialogico.
- non criticare mai ex datori di lavoro, clienti, fornitori, colleghi.
- esponi il lato positivo anche dei tuoi difetti.
- parla di soldi solo se a) sei ben informato su quanto prevedono i contratti o quella azienda, e b) solo dopo aver “sentito” la possibilità di assunzione.
- e ovviamente NON mentire, MAI.
- atteggiamento non verbale: come si gesticola, come si incrociano le braccia, si accavallano le gambe. Sii te stesso, ed evita atteggiamenti artefatti. Essere emozionati e tesi è naturale, e il selezionatore lo sa.
Il tuo obiettivo deve essere di aiutare il tuo interlocutore a capire chi sei e perché sei la persona “giusta” per ricoprire il profilo per cui ti candidi. È impossibile prepararsi a tutte le potenziali domande che un selezionatore può porti, ma considera che molte di esse, sebbene formulate in modo diverso, cercano di raccogliere lo stesso tipo di informazioni
tratto dal manuale "trovare il lavoro che piace" di Nicola Giaconi e Gianluca Adoni
tratto dal manuale "trovare il lavoro che piace" di Nicola Giaconi e Gianluca Adoni